Umberto Saba e Trieste: itinerario letterario sulle tracce del poeta triestino
Tra i diversi scrittori la cui storia è strettamente legata a quella di Trieste, Umberto Saba è forse quello che più di tutti ha raccontato l’essenza della città nella propria opera. Con la sua “scontrosa grazia”, Trieste nei versi di Saba diventa protagonista ed è capace di affascinare i lettori da oltre un secolo.
Dopo aver seguito le orme di James Joyce e di Italo Svevo, con un nuovo itinerario letterario andiamo quindi alla scoperta proprio dei luoghi di Umberto Saba a Trieste.
Il ghetto e la casa natale di Umberto Saba a Trieste
Saba nasce come Umberto Poli nel 1883, in una casa nell’attuale via del Teatro Romano. L’edificio, demolito in epoca fascista, sorge al centro del vecchio ghetto ebraico di Trieste: la madre è infatti ebrea e questa comunità avrà un ruolo centrale nella formazione del poeta.
Saba inizia ben presto a scrivere poesie e a condividerle in famiglia, soprattutto con l’amata zia Regina presso cui lui e la madre si sono trasferiti. Notato il talento nel nipote, la zia è la prima a occuparsi della sua istruzione e fa in modo che possa studiare all’università di Pisa.
La Libreria Antiquaria e la statua di Saba
Dopo il servizio militare e dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1919 Saba torna nella sua città e nello stesso anno decide di acquistare insieme a un amico la Libreria Antiquaria in via San Nicolò 30. Trieste e la libreria saranno i due grandi amori di Umberto Saba e da loro non si separerà per il resto della vita – fatta eccezione per il periodo tra il 1938 e il 1945, quando il poeta si trova costretto a fuggire dalle leggi razziali. In questo periodo Saba deve cedere la proprietà a Carlo Cerne, che poi rimarrà suo socio alla fine della guerra. A tutt’oggi la Libreria Antiquaria è gestita dal figlio, Mario Cerne, e rimane un luogo da non perdere nel corso di una visita a Trieste per un vero viaggio nel tempo.
Così come Svevo e Joyce, anche Saba ha la sua statua di bronzo realizzata da Nino Spagnoli. Quando si è trattato di scegliere la posizione in cui collocarla non potevano esserci dubbi: proprio via San Nicolò, all’incrocio con Via Dante, per rappresentare il poeta mentre si reca nella sua amata libreria.
Lo studio Weiss
Poco lontano, in Via San Lazzaro 8, si può notare una targa che ricorda lo studio di Edoardo Weiss, ebreo triestino e allievo di Freud, ritenuto il padre della psicanalisi in Italia. Grande frequentatore del Caffè San Marco, ai suoi tavoli Weiss incontra diversi intellettuali che diventano anche pazienti. Tra questi, dal 1929 al 1931 c’è Umberto Saba: la psicanalisi lo aiuta a superare traumi e nevrosi legati all’infanzia e la terapia si rifletterà con forza nella sua poesia.
I caffè triestini amati da Saba
Tra i luoghi di Trieste più amati da Umberto Saba non possono mancare i suoi caffè storici. Oltre al Caffè San Marco già citato, una tappa fissa delle sue giornate è il caffè Da Walter che si trova esattamente di fronte alla Libreria Antiquaria. È Da Walter che si rifugia anche Carlo Cerne, ogni volta che Saba è impegnato a scrivere una poesia e ha bisogno di concentrazione.
Insieme ad altri scrittori e intellettuali, frequenta inoltre il caffè Garibaldi e il caffè Tommaseo. E quest’ultimo, in particolare, viene ricordato da Saba nei suoi scritti per un motivo molto particolare: il gelato al pistacchio. Il caffè Tommaseo, tra i più antichi di Trieste, è stato infatti il primo locale in città a servire il gelato all’inizio del secolo scorso, diventando così un ricordo indelebile tra i suoi clienti – grandi poeti inclusi.
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