Trieste città del caffè, come nasce la tradizione

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In Italia, lo sappiamo, il caffè è una cosa seria: non una semplice bevanda, bensì un rito irrinunciabile. E poche città sono legate a questa bevanda come Trieste, capitale del caffè con una lunga tradizione alle spalle e un suo linguaggio peculiare anche solo per ordinarne una tazza. 

Si dice che qui l’aria stessa profumi di miscela sapientemente tostata, ogni anno i triestini consumano in media il doppio dei chicchi rispetto al resto d’Italia e in molti conoscono i caffè storici di Trieste, tappe fisse di ogni itinerario alla scoperta della città. Ma quando è nato il legame così stretto tra il caffè e il golfo di Trieste?

Caffè di Trieste

Perché Trieste è famosa per il caffè?

La tradizione del caffè a Trieste ha a che fare prima di tutto con la sua storia, in particolare con l’istituzione del “Porto Franco” nel 1719 da parte dell’imperatore Carlo VI. La legislazione speciale del porto di Trieste, che prosegue ancora oggi, 300 anni fa segnò la nascita della città per come la conosciamo dando vita ad uno dei principali scali commerciali d’Europa. Grazie al risparmio sui dazi per importazioni ed esportazioni, la proclamazione del porto franco stimolò il commercio attraendo in città aziende, investimenti ed immigrazione. 

Fu in quel periodo che Trieste diventò il più importante porto italiano per l’importazione del caffè: una porta d’accesso da cui transitavano i preziosi chicchi destinati al consumo di tutto l’impero Austro-Ungarico e non solo, proprio negli anni in cui l’assunzione della bevanda iniziava a diventare di gran moda tra la borghesia europea. L’afflusso di tonnellate di caffè fece presto nascere una serie di industrie collegate: a fine Ottocento, a Trieste si potevano contare oltre 60 ditte di importazione, 10 torrefazioni, 98 botteghe del caffè. Tra le aziende che rimangono tuttora più celebri nel settore, Hausbrandt ed Illy sono nate proprio a Trieste.

Trieste città del caffè

Le botteghe del caffè diventarono il luogo di aggregazione per eccellenza in città, dove riunirsi per discutere di arte e politica o dove scrivere qualche pagina del proprio capolavoro letterario, come Joyce seduto ai tavolini del Pirona. Diversi di quei caffè storici sono in attività ancora oggi e meritano una visita, ve ne abbiamo consigliati cinque in questo articolo. 

Come ordinare un caffè a Trieste

Se volete vivere appieno l’esperienza del caffè a Trieste, dovete però prima di tutto conoscere il giusto dizionario. Niente espresso o macchiato: a Trieste si ordina un “nero” o un “capo”. Per fingervi dei veri autoctoni, l’ordinazione migliore è il “capo in B”: a metà tra un caffè macchiato e un cappuccino, ma servito in un apposito bicchiere di vetro anziché in tazza. 

Proprio il capo in B è probabilmente il tipo di caffè più amato dai triestini, tanto che ogni anno si tiene una speciale competizione tra i baristi della città nella cornice del “Trieste Coffee Festival”. Perché da queste parti, come dicevamo, il caffè è decisamente una cosa seria. 

Ordinare un caffè a Trieste